Giunta la pienezza del tempo Dio manda il suo Figlio, nato da donna. È stupefacente: Dio consegna suo Figlio alla storia come “fragile uomo”, venuto al mondo come tutti i bambini! Ma forse stupisce ancor piu che Dio entri nella storia e nella vita di una giovane donna, Maria, con lievità e discrezione, impastando la sua trascendenza con la vita ordinaria di un villaggio anonimo, abitato per lo più da un pugno di contadini ed artigiani.
Qui Dio pone la sua tenda in mezzo a noi! Qui, a Nazaret, nel grembo di una giovane donna che lavora, esce di casa per prendere l’acqua, s’attarda in cortile con le vicine, cuoce il pane nel forno comune, va a prendere la legna per i campi, si reca a pregare nella sinagoga, e sogna, come tutte le sue coetanee, di farsi una famiglia, mentre con le sue stesse mani prepara il corredo. E in questa modesta ferialità dal sapore casalingo che il progetto di Dio si fa salvezza per l’uomo!
Ecco: tutto è partito da Nazaret, ma non è finito lì. La storia continua. Qui, adesso, con te. Sei tu ora la giovane donna amata e accarezzata da Dio. Tu, con la tua storia personale, come famiglia nata e cresciuta in questa splendida e sofferta terra, forse marginale come Nazaret, ma dignitosa e ricca di ‘tipicità’ che attendono di essere valorizzate; tu, come Chiesa, che prega, soffre, gioisce e condivide il desiderio e la gioia di essere visitata da Dio.
Perseguiamo lo stile della beatitudine evangelica che è essenzialmente un temere il Signore, camminare nelle sue vie, odiare il male e amare il bene, affidarsi a Lui, ascoltare e custodire la sua parola e credere, infine, nel compimento delle sue promesse, pur non avendo visto.
Te beata, o Maria,
perché ti sei inoltrata speditamente
lungo le vie del Signore; hai amato il bene
e respinto il male con orrore;
ti sei affidata a Lui, dimentica di te stessa;
hai ascoltato e custodito la Sua Parola
anche quando è stata
misteriosa e trafiggente;
e hai creduto nel compimento delle sue promesse,
esultando di gioia per Colui
che ti ha creata e chiamata madre.