Dopo aver benedetto a gran voce Maria e il frutto delle sue viscere, Elisabetta pone alla cugina una domanda: Perché la madre del mio Signore viene a farmi visita? È lo stesso grido di meraviglia del re David (cf 2Sam 6,9) mentre l’Arca dell’alleanza veniva trasportata a Gerusalemme: “Come potrà venire nella mia casa l’arca del Signore?” Un parallelismo non casuale, a cui l’evangelista Luca tiene molto: fin dall’inizio del suo Vangelo, vuol riassumere tutto l’Antico Testamento. Il viaggio dell’arca avviene nella gioia, così il viaggio di Maria, il popolo grida di gioia al passaggio dell’arca, così Elisabetta di fronte alla visita di Maria. Tutto questo, per dirci che Maria è la nuova Arca dell’Alleanza. E come nell’Antico Testamento nell’Arca c’era la presenza del Signore, ora in Maria Dio ha preso dimora. Per noi gli orizzonti si allargano infinitamente: non ci è dato semplicemente di stare alla presenza di un Dio che sta al di fuori, nell’arca, ma di accogliere al di dentro, nel cuore un Dio che vuol prendere dimora in noi ed essere generato da noi. Un dono di incomparabile bellezza, che stupisce e intimorisce a un tempo! E che deve renderci sempre più “ospitali”, come è nello stile che ci caratterizza. Ospitali con Dio e con ogni uomo, che ci chiede accoglienza per sentirsi amato ed ospitato da Dio stesso.
Diamo a Dio ospitalità in casa nostra! Prepariamo gli un ambiente accogliente, cioè un cuore ben disposto, svuotato di ciò che è inutile e dispersivo, purificato dalla seduzione degli idoli, pronto all’ascolto, aperto al dialogo, educato alla preghiera, alla carità, alla vigilanza, all’attesa.
Maria,
dimora ospitale
della Divina Tenerezza,
nuova Arca dell’alleanza,
Madre del Signore Dio
e Madre nostra,
fa’ che anche il nostro cuore
diventi arca ospitale
e grembo fecondo
dell’alleanza nuziale con Lui.