Nell’Antico Testamento, questo è come un ritornello popolare, che viene ripetuto lungo i secoli da Israele mentre ricorda e rivive la storia della salvezza. Le grandi cose operate da Dio riguardano l’insieme dei benefici da lui realizzati, primo fra tutti l’esodo dall’Egitto, e poi da Babilonia. Attraverso Maria si compie l’esodo definitivo, che supera e porta a compimento tutti gli altri. è l’evento dell’incarnazione dell’Unigenito di Dio nel suo grembo verginale, il manifestarsi del Dio-con-noi, liberatore e salvatore. È un Dio che ci tende le braccia, e colma ogni attesa, liberandoci dal peccato e dalla morte. Per cui non c’è più spazio nella nostra vita per la paura. Non c’è più buio fitto: basta ‘slanciarci’ in Lui con fiducia illimitata ed accettare la nostra storia di peccato e grazia, di tenebre e luce. Maria si è slanciata verso Dio, ha fatto esperienza della sua anni potenza e ha contemplato le grandi cose che Lui ha operato perché non si è lasciata guidare dalle intenzioni cattive che escono dal cuore degli uomini (cf Mc 7,22), ma dalla grazia dello Spirito Santo. E nel Magnificat ci ha indicato un metodo per sostenere la fatica del camminare secondo lo Spirito: trovare ogni giorno un motivo in più per amare come Dio ci ama, facendo leva sulla memoria grata e stupita di ciò che Lui ha fatto per noi.
Esercitiamoci ogni giorno nel cogliere “le grandi cose” che Dio compie in noi e attorno a noi. E a sera, prima di abbandonarci alla quiete del riposo, facciamone memoria riconoscente, prolungando il Magnificat di Maria.
Ti affidiamo, Maria,
le grandi cose
che Dio ha compiuto anche in noi.
Aiutaci a custodirle
nelle profondità del cuore,
a non disperderle
nei meandri della superficialità
e dell’indifferenza,
a saperle condividere con i fratelli
perché si sentano
confermati e rafforzati
nella fede,
nella speranza e nell’amore.