La misericordia di Dio celebrata da Maria è quella che ci partorisce continuamente a vita nuova, che ci visita persino nell’abisso del male, tendendo verso di noi le braccia forti della riconciliazione. Tuttavia la misericordia non è merce che si possa comperare a basso prezzo al mercato delle infinite opportunità di un dio bonaccione. Ci vuole un requisito indispensabile per essere ben disposti ad accoglierla, come ci avverte Maria. bisogna “farsi suoi docili servi”, l’avere quello che un tempo si chiamava il “santo timor di Dio”. Oggi si parla poco di questa virtù che andrebbe rivisitata, nella catechesi e nella formazione, per quello che effettivamente significa. Il timore, nel nostro comune sentire, è infatti un sentimento piuttosto negativo, che dice poco amore e tanta paura. Il “santo timore di Dio” invece è tutt’altra cosa: dice tanto amore e poca paura, ma ti indica anche la dimensione dell’obbedienza docile e della riverenza filiale, rispettosa a Dio. Che è sensibilità e delicatezza. In una parola: amore, amore puro limpido delicato gentile.
Rispolveriamo il santo timor di Dio, senza ‘temere’ di risultare antiquati, parliamone ai nostri figli, a casa, a scuola, in parrocchia. Soprattutto educhiamoci ad esso e consideriamo che “il timore divino è inizio di ogni speranza”.
Madre di Dio,
dolce amante del Cristo
tuo Figlio e tuo Sposo,
facci vibrare di amore
puro, limpido, delicato, gentile
perché possiamo
essere timorati di Dio,
tanto poveri
da poter accogliere
a piene mani
la sua misericordia
e tanto ricchi
da poterla donare
dopo averla ricevuta.