Conclusa la prima parte del canto, in cui Maria ci ha narrato ciò che Dio ha operato in lei, ora si spalanca un orizzonte descrittivo che raccoglie la storia della salvezza in sette azioni di Dio. È bello poterle immaginare come una menorà di luce, il candelabro ebraico a sette bracci, che via via si accende e che ci lascia vedere con chiarezza quali sono le posizioni di Dio rispetto agli atteggiamenti dell’uomo. Qui appare, da una parte, un Dio che si schiera, marca i limiti, denuncia, promuove, riscatta, agisce, e dall’altra, un campione di umanità: uomini superbi, potenti, ricchi, ma anche uomini umili, affamati. E tutti, nel contesto dell’agire di Dio, raccolgono quello che hanno seminato. E noi? Ogni azione di Dio c’interpellerà in prima persona, per cui non potremo rimanere neutrali. o stiamo dalla sua parte o ci schieriamo contro, nella perenne lotta tra il bene e il male. È anche vero che ci sentiremo un po’ superbi e un po’ umili, un po’ ricchi ma anche poveri, sazi eppure in fondo anche affamati. Ebbene, da questa stessa conflittualità potrà scaturire una coscienza nuova, se nella preghiera terremo sempre accesa la menorà delle azioni di Dio e sapremo trarvi via via più forza e coraggio, per la vita.
Impariamo a schierarci. consideriamo che nella vita cristiana non ci possono essere ambiguità e doppiezza. Educhiamoci a vicenda a fare la verità nella carità (Ef 4,15).
Come tu, Maria,
hai generato Cristo,
così noi ora,
attraverso la Parola
e i sacramenti,
in virtù dello Spirito Santo,
siamo generati dalla Chiesa
ed educati alla vita cristiana.
Donaci di sentirci
amati da essa come figli,
consapevoli che,
come dice San Cipriano,
“dal suo grembo nasciamo,
dal suo latte siamo nutriti,
dal suo Spirito siamo vivificati”.