Questo versetto del Magnificat è scuola di conversione, che ci pone dinanzi ad un bivio: o imbocchiamo la via della superbia, che disperde, indurisce e raggela il cuore, o la via dell’umiltà, che raccoglie, unifica e riscalda il cuore, mio e di tutti, perché ciò che coltiviamo nel cuore, ce lo ritroviamo nella vita, in bene o in male. E in quella malaugurata ‘distruzione’ o ‘dispersione’ leggiamoci il risultato di un calcolo che non torna. Quante strategie di profitto e sopraffazione sono poi sfuggite di mano, anche a noi, creando amare conseguenze! Pensiamo per un momento ai focolai di guerra che anche in questi giorni stanno distruggendo la dignità dell’uomo in più parti del mondo: dietro le armi, gli strateghi della guerra, scopi occulti mascherati sotto il vessillo della “giustizia infinita”, …ma alla fine i conti non tornano! Perché lì dove domina l’insensata superbia, non c’è vittoria ma apparente dominio, destinato ad essere a sua volta sopraffatto, in un circolo spietato di morte.
“Ogni passo che un uomo compie per allontanarsi dalla menzogna, dalla violenza, dall’egoismo e dall’orgoglio, è un passo verso la visione di Dio” (Carlo Carretto). Facciamolo questo passo, senza più appropriarci indebitamente di ciò che gratuitamente ci è stato donato dal Signore.
A Te, o Maria,
madre di umiltà,
affidiamo le profondità
del nostro cuore.
Mai si disperda in pensieri
di insensata superbia,
e sempre si apra alla lode
e al riconoscimento
della grazia ricevuta da Dio.