Scrive Rabano Mauro, un antico commentatore della sacra Scrittura. “Il Signore per tutte le generazioni di questo mondo rovescia i potenti, cioè i superbi, dal trono della loro presunzione ed esalta gli umili che confidano, non nella loro potenza, ma nella misericordia di Dio, perché chi s’innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato” (cf Mt 23,12). L’immagine del trono è significativa. Sappiamo bene che è simbolo di potere e di gloria. Ebbene, non c’è trono per l’uomo se non quello di Dio. Come dire: la vostra sovranità viene dal Signore, la vostra potenza dall’Altissimo. Guai a chi erige un piedistallo per adorare se stesso! In fondo, ancora una volta, il Magnificat ci dice che dobbiamo schierarci: o adorare il trono di Dio o adorare il trono di Satana. Il trono di Dio ti pone dinanzi alla verità di ciò che sei e di ciò che Dio è; ti orienta verso il bene; ti esalta in ordine alla dignità del tuo essere Figlio di Dio. Il trono di Satana invece t’inganna: assomiglia infatti ad un agnello, ma parla come un drago. Ti disorienta: compie prodigi, anche sotto forma di bene apparente, ma per sedurti e piegarti al male. Ti perseguita: o ti pieghi alla logica del male e lo compi tu stesso, o tenta di farti fuori.
Fare chiarezza e schierarsi per Dio senza ambiguità, consapevole che se al centro del mio vivere non c’è il trono di Dio, ma il trono di Satana sotto forma di avidità, mafiosità, prepotenza, presunzione… Io canto ogni giorno, a Vespro, la mia condanna. “ha rovesciato dal trono i potenti”, quindi “ha rovesciato anche me”. E questo è l’inferno!
Maria,
tu che hai fatto
del tuo grembo
il trono di Dio,
fa’ che detronizziamo il nostro ‘io’,
abbattendo la torre di Babele
che abbiamo eretto
dentro di noi
con il crederci giusti,
perfetti e migliori degli altri,
persino di Dio,
a cui abbiamo sottratto
il diritto di regnare su di noi.