Il ponte

Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.

Gesù sale a Gerusalemme e il suo destino è già segnato! Ma non ha paura di rivelare la sua identità e dichiara di venire da Dio, di essere stato inviato da Lui: “Io non sono venuto da me stesso. Lui mi ha mandato”. Addirittura Gesù accusa le autorità religiose ebraiche di non conoscere Dio; proprio loro, che si vantano dell’elezione, della legge, del Tempio. C’è nelle sue parole un ammonimento anche per noi!
Davanti a questa rivelazione di Gesù, gli uomini devono compiere una scelta: riconoscere in lui l’inviato del Padre e accettare i rischi che questa scelta comporta. I pensieri di Dio non sono i nostri pensieri, le sue vie non sono le nostre vie, ma la distanza incolmabile tra noi e Lui è stata colmata da Gesù: egli ponte tra cielo e terra, ha reso testimonianza visibile del Padre, tutto è stato rivelato in Cristo. Chi non conosce il vero volto di Dio non può riconoscere Cristo come suo inviato. Vale anche il contrario: “Chi ha visto me, ha visto il Padre”, dice Gesù a Filippo.

Signore, molte volte mi trovo a non riconoscere
l’origine della voce che mi parla.
Aiutami a vivere ogni incontro come un’opportunità
per provare la mia fede e per rafforzare la speranza. Amen.

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