Non ti condanno

Gli scribi e i farisei condussero a Gesù una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio…».

Quando tutti se ne sono andati, cominciando dai più anziani, restarono lì – secondo Sant’Agostino -, in due: quella misera donna e la misericordia fatta persona. Gesù rivolge alla donna una domanda, ma non per interrogarla (la donna è colpevole del suo peccato), bensì per perdonarla: “donna nessuno ti ha condannato? Neanch’io ti condanno”. Si noti, prima il perdono: “Neanch’io ti condanno” e solo dopo, ma solo dopo, l’invito alla conversione: “D’ora in poi non peccare più”. A questo punto siamo in grado di capire che al centro dell’episodio, non sta il peccato ma il comportamento di Dio verso il peccatore. Ma quanta differenza da quanto accade oggi! Oggi è di gran moda giustificare tutto e tutti: Che c’è di male… lo fanno tutti. Così si diventa complici, perché traditori della verità. Scribi e farisei non mancano neanche nella nostra società occidentale. Si appellano a valori, gli stessi che vengono distrutti dai loro comportamenti! Gesù alla donna: Vai, muoviti da qui, vai verso il nuovo e porta lo stesso amore, lo stesso perdono a chiunque incontri. Il perdono è solo dono che non ci farà più vittime e non farà più vittime, né fuori né dentro di noi.

Signore, dammi la forza perché anch’io abbia il coraggio
di gridare contro la falsità, contro la guerra,
la stoltezza di chi lascia che il male vinca sull’innocenza
e sull’ignoranza di un giudizio affrettato. Amen.

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