Gustare l’amore

Gesù disse ai farisei: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite».

Giovanni in questo testo parla dell’innalzamento del Figlio dell’uomo. Mosè aveva innalzato il serpente di bronzo in obbedienza al comando del Signore: “Chiunque lo guarderà resterà in vita”. Ora diventa indispensabile guardare a Colui che è stato innalzato e trafitto: non per giustificare la sofferenza e la morte violenta, ma per gustare l’amore che si dona, perché non possiamo avere la vita. È questo anche il senso della sofferenza di tante persone innalzate sulla croce dagli eventi della vita. È proprio guardando a questi crocifissi del quotidiano che possiamo intuire quanto ha sperimentato Gesù Cristo, ma anche assaporare quanto amore vero e profondo ci sia ancora tra di noi. Le parole di Gesù ci fanno contemplare il mistero della croce, il mistero del Figlio di Dio che viene innalzato per la salvezza di tutti: la grandezza dell’amore del Padre, l’immensità del suo dono.

Dio di tutta l’umanità, quando ci sentiamo sconcertati
dall’incomprensibile sofferenza degli innocenti,
aiutaci a vincere l’inquietudine e a rendere percepibile,
attraverso la nostra vita,
un riflesso della compassione del Cristo.
Amen.

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