
Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Gesù annuncia che chi ascolta la sua parola avrà la vita eterna: egli, con la sua parola divina, è fonte di vita e di immortalità. La sua identità si può comprendere solo se si conosce la storia della salvezza: “Abramo, vostro padre esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia”. Essi non capiscono che Gesù è il figlio dello stesso Dio di Abramo; le domande che gli pongono mirano a trovare motivi di condanna anziché cercare di conoscere il suo messaggio, perché la loro fede è ristretta dentro i limiti della legge. Invece, il vero compimento della promessa fatta ad Abramo e ciò che lo fece gioire pienamente, è il giorno del messia che egli vide con gli occhi della fede. E noi, in quale Dio crediamo? È anche la nostra una fede fatta di esteriorità, di doveri, di ritualità? Siamo pure noi preoccupati di trovare un posto a Gesù magari in qualche angolo della nostra vita? Questi ultimi giorni di Quaresima ci diano uno slancio di conversione, perché tutta la nostra vita sia orientata a colui che può dare respiro più ampio alla nostra fede, a ogni giornata, alle nostre attività e relazioni.
Signore, donami la tua forza
e cambia il mio nome a tua immagine:
tutto il mio essere sia rinnovato
alla luce del tuo disegno di amore. Amen.