L’essenziale

Quando venne l’ora, Gesù prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio».

Oggi finisce la Quaresima; da lunedì inizia La Settimana santa. Questa domenica, l’unica dell’anno liturgico in cui viene letta la Passione del Signore, presenta gli ultimi giorni della vita di Gesù come un’alternativa di baci e di sputi, di sguardi d’amore e di tradimento, di mani che spezzano il pane e di altre che contano monete, di occhi che piangono e di altri che organizzano il rito della crocifissione. È un giorno di lacrime: di angoscia come di quelle di Cristo, di pentimento come quelle di Pietro, di disperazione come quelle di Giuda, di dolore come quelle delle donne. Queste scene azzerano la religione fai-da-te, per lasciare emergere l’unicità del Dio di Gesù Cristo, il quale toglie ogni falsa immagine di Dio. Il racconto della passione è lo svelamento supremo del Dio-Amore, che dona la vita anche a chi diffonde la morte. La storia ricomincia da un atto di amore totale: qui sta la forza attrattiva del crocifisso. D’ora in poi, per sapere chi sia Dio basta “inginocchiarsi ai piedi della croce” (K. Rahner). Lo ha insegnato anche il centurione, il lontano che fa la sua bella professione di fede.

Signore Gesù, tu che ti sei caricato della mia umana fragilità
per farmi sentire la vicinanza di Dio Padre,
fa’ che anch’io attraversi
la soglia della fecondità del tuo dolore. Amen.

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