La consegna

Gesù, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!».

Gesù si consegna volontariamente alla morte proprio perché sa che attraverso la sua morte tutti avremmo riottenuto la vita. Attraverso la sua morte abbiamo avuto accesso alla piena comunione con Dio. La contemplazione del grigiore del Venerdì Santo non ci allontani dalla prospettiva del mattino radioso di Pasqua. Non ci sarebbe Domenica di Pasqua senza Venerdì Santo, ma non avrebbe senso lo stesso Venerdì Santo se non si proiettasse verso l’alba luminosa della Domenica senza tramonto. Ci illumini intanto la consapevolezza di fede che l’ultimo respiro di Gesù corrisponde al primo respiro della sua Comunità. L’espressione riportata dal Vangelo, “emise lo spirito” (Lc 23,46) non intende registrare semplicemente l’ultimo istante della vita terrena di Gesù, ma vuole rinviare soprattutto alla contemplazione del dono del Consolatore, lo Spirito Santo, “che è Signore e dà la vita”.

Signore Gesù, dall’alto della croce
hai consegnato alla Madre il discepolo Giovanni
e in lui hai affidato alle sue cure materne ciascuno di noi.
Che io mi senta incoraggiato nei momenti della prova
dalla certezza della presenza premurosa della Vergine Madre
così da affrontare, con la tua grazia, tutte le prove della vita,
ben sapendo che dopo il grigiore di ogni Venerdì Santo
si leva sempre la luce sfolgorante del sole di Pasqua. Amen.

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