
Maria prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
I gesti che la donna compie sono carichi di affetto e di significato: di affetto, perché chi ama non tiene conto di quanto spende, di quello che perde, di cosa pensano gli altri; di significato, perché quel gesto prelude alla morte di Gesù, agli aromi con i quali le donne avrebbero cosparso il corpo di Gesù il mattino di Pasqua. Giuda, invece, camuffa la propria ingordigia vestendola con i panni di chi si scandalizza per lo spreco, di quell’unguento: gli anni vissuti accanto a Gesù non hanno trasformato il suo cuore, forse troppo preso da altre preoccupazioni e desideri. Mentre Maria compie un’azione profetica, Giuda che dissente dal gesto di Maria rappresenta la società dei malvagi. Il gesto di Maria, infine, diviene proposta per noi: perché in questo tempo, dove prevale il profitto e l’efficienza, possiamo imparare una lezione di gratuità. Quanto si dona con il profumo dell’amore non si perde mai. Giuda non capisce che cospargere i piedi di Gesù di profumo è un atto di culto che non disimpegna dalla carità, come la preghiera non disimpegna dall’azione, alla quale Gesù stesso ci rimanda: “I poveri li avete sempre con voi”.
Spirito Santo, luce interiore,
tu rischiari i giorni felici della nostra vita
come anche i periodi della prova.
E quando la chiarezza sembra scomparire,
la tua presenza resta, ci permette di avanzare
da un inizio a un nuovo inizio. Amen.