Fratello Giuda

Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

Perché siamo capaci di peccare? Non è facile rispondere! Sappiamo che il peccato non significa essere fragile, avere dei limiti. Né si identifica con il senso di colpa nei confronti di una situazione di cui si porta il peso. Il peccato oltre ad essere tradimento dell’amore è il rifiuto consapevole e voluto del riferimento a Dio, alla sua Parola. È un comportamento o un gesto o un’azione in contrasto con il mistero della comunione, regalataci in Gesù Cristo. Anche noi, dunque, possiamo cadere nella tentazione di un baratto tra la scelta di Gesù e l’opzione per ciò che appaga la voracità dei sensi. C’è una famosa predica di don Primo Mazzolari, fatta un venerdì santo da lui intitolata “Nostro fratello Giuda”: egli vede in questo apostolo riflessa l’immagine di ciascuno di noi, tutti protesi alla ricerca di costringere Gesù Cristo ad agire secondo il nostro modo di vedere e di giudicare. La croce è scandalo perché troppo diversa, troppo altra rispetto all’immagine che noi ci facciamo di Dio. Forse conviene riflettere sul fatto che noi non siamo migliori del traditore. Ci salveremo solo se resteremo attaccati al Maestro seguendolo passo passo in questi giorni santi con lo sguardo del cuore.

Tienimi attaccato a te, Gesù,
e non permettere che io mi allontani dal tuo sguardo
in cui ho la percezione vera di me, di te e del mondo.
“Nessuno ti perde, o Signore, se non chi ti lascia”
Amen.

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