In fretta

Maria si mise in viaggio… e raggiunse in fretta una città di Giuda. (Lc 1,39)

Maria si mette in viaggio e raggiunge “in fretta” la cugina. Ma perché una partenza in tutta fretta? Crediamo che Maria sia stata spinta dalla sollecitudine per la cugina e dal desiderio di condividere le meraviglie operate, in entrambe, da Dio. Questa premura scorgiamo nel passo frettoloso di questa futura mamma che si lascia guidare dal realismo tenace della carità. E non dimentichiamo che mentre s’affretta e s’affaccenda per servire l’anziana parente, custodisce in grembo il ‘feto’ di Dio! In un contesto sociale e culturale come il nostro, in cui la carità sta in piedi sotto forma di fredda elemosina e cammina a rilento nella gelida burocrazia, mentre la dignità dell’uomo si arena con le tante carrette del mare che ‘scaricano’ sulle nostre spiagge uomini, donne, vecchi e bambini impauriti, smarriti, rifiutati e cancellati da ogni terra. Ebbene, dinanzi a queste vergogne, gli agili passi di Maria ci scuotano e ci sveglino, affinché la nostra carità si muova speditamente verso gli altri, si abbattano i muri di separazione issati dall’egoismo, dalla diffidenza e dall’indifferenza ed ogni uomo riconosca nell’altra non l’estraneo e il diverso, ma un altro se stesso. Questa, insomma, è la fretta che Maria ci contagia, e che noi dovremmo imitare ogni qualvolta ci accorgiamo che qualcuno può aver bisogno di noi, o che percepiamo che una nostra premura può far gioire il cuore dell’altro.
Ogni giorno, giunti a sera, verifichiamo la qualità della carità fraterna che ha insaporito la nostra giornata, a partire da come san Paolo ne parla ai cristiani di Corinto: “Chi ama è paziente e generoso. Chi ama non è invidioso, non si vanta, non si gonfia di orgoglio. Chi ama è rispettoso, non cerca il proprio interesse, non cede alla collera, dimentica i torti. Chi ama tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta, non perde mai la speranza” (1Cor 13,4-7).

Maria, tu che in tutta fretta
ti sei fatta presente e premurosa,
recando ad Elisabetta
con volto raggiante
l’annuncio gioioso della visita di Dio,
fa’ che attraverso
le nostre mani e il nostro cuore
Dio stesso si chini ancora
a servire e ad amare.

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