Ti è mai capitato di sentire la voglia di suonare la tromba quando ti riesce bene una buona azione, un gesto gentile, così che tutti lo vedano e ti ammirino? È fin troppo facile suonare questa musica assordante del compiacimento di noi stessi! Prova invece a captare le note di un’altra melodia, quella che proviene dal tuo nascondiglio segreto quando preghi, dialoghi con il Padre! Questa sì che è davvero una musica speciale, inedita, solo tua! Allora chiudi la porta e ascolta…
Signore, tante volte sono attratto dalle apparenze, affascinato dall’ammirazione della gente, e faccio fatica a rientrare in me stesso. Conducimi a condividere con te nel segreto del mio cuore i miei sogni nascosti, i desideri inespressi, perché possa vivere contento di poterti parlare e ascoltare.
III Domenica di Avvento, anno B – Gaudete Gv 1,6-8.19-28 Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Un filosofo e un teologo passeggiavano disputando filosofemi e sillogismi; una pratolina udì, e umilmente offrì all’ape la sua corolla.
Il codice delle costellazioni come quello della formica e il mio è nell’abisso di Dio.
Colsi il sorriso di una violetta solitaria. A chi sorridi, piccolo fiore? A Dio che m’ama e a te che mi contempli. (Margherita Pavesi Mazzoni)
Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria Lc 1,26-38 In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
Vergine Santa e Immacolata, a Te, che sei l’onore del nostro popolo e la custode premurosa della nostra città, ci rivolgiamo con confidenza e amore. Tu sei la Tutta Bella, o Maria! Il peccato non è in Te. Suscita in tutti noi un rinnovato desiderio di santità: nella nostra parola rifulga lo splendore della verità, nelle nostre opere risuoni il canto della carità, nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità, nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo. Tu sei la Tutta Bella, o Maria! La Parola di Dio in Te si è fatta carne. Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore: il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti, la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti, la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano, ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata. Tu sei la Tutta Bella, o Maria! In Te è la gioia piena della vita beata con Dio. Fa’ che non smarriamo il significato del nostro cammino terreno: la luce gentile della fede illumini i nostri giorni, la forza consolante della speranza orienti i nostri passi, il calore contagioso dell’amore animi il nostro cuore, gli occhi di noi tutti rimangano ben fissi là, in Dio, dove è la vera gioia. Tu sei la Tutta Bella, o Maria! Ascolta la nostra preghiera, esaudisci la nostra supplica: sia in noi la bellezza dell’amore misericordioso di Dio in Gesù, sia questa divina bellezza a salvare noi, la nostra città, il mondo intero. Amen. (Papa Francesco)
I Domenica di Avvento, anno B Mc 13,33-37 Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento».
Tempo verrà in cui con esultanza saluterai te stesso arrivato alla tua porta, nel tuo proprio specchio. E ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro, e dirà: siedi qui, mangia. Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo io. Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore a se stesso, allo straniero che ti ha amato per tutta la vita, che hai ignorato per un altro e che ti sa a memoria. Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore, le fotografie, le note disperate, sbuccia via dallo specchio la tua immagine. Siediti. È festa: la tua vita è in tavola. (Derek Walcott)
XXXIV Domenica del Tempo Ordinario – Cristo Re, anno A Mt 25,31-46 Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli… Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo…».
Signore, quando sono affamato, donami qualcuno che ha bisogno di cibo; quando ho sete, donami qualcuno che ha bisogno d’acqua; quando ho freddo, mandami qualcuno da riscaldare; quando sono ferito, donami qualcuno da consolare, e quando la mia croce diventa pesante donami la croce di un altro da condividere. Quando mi sento povero conduci da me qualcuno che è nel bisogno; quando non ho tempo donami qualcuno che io possa aiutare almeno un istante; quando mi sento umiliato donami qualcuno di cui tessere le lodi; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando io ho bisogno della comprensione di altri, donami qualcuno che ha bisogno della mia. E quando non penso che a me stesso volgi i miei pensieri verso Qualcuno, verso di Te, che vivi e regni nel cielo e nell’uomo. (Ermes Ronchi)
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, anno A Mt 25,14-30 Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà infatti come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì».
Ci impegniamo, noi e non gli altri, unicamente noi e non gli altri, né chi sta in alto né chi sta in basso, né chi crede né chi non crede. Ci impegniamo, senza pretendere che gli altri si impegnino per noi, senza giudicare chi non si impegna, senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna, senza cercare perché non si impegna. Il mondo si muove se noi ci muoviamo, cambia se noi ci facciamo nuovi. Il fiume nasce con la prima goccia d’acqua, la notte con la prima stella, l’amore con il primo sguardo. Ci impegniamo non per riordinare il mondo, non per rifarlo, ma per abbracciarlo e per amarlo. (P. Mazzolari)
XXXII Domenica del Tempo Ordinario, anno A Mt 25,1-13 Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi».
Che cosa resterà della mia vita quando passi al setaccio del tuo Sguardo? Tu, avido di bene, buono, bello e io la negligente, l’ozioso e rancoroso. Non so che ricettacolo di me sopporterà la visita della tua luce. Ma so che l’epopea balbuziente in cui cerco a tastoni i passi verso il Regno ha bisogno qui e ora di accostarsi al Giudizio. Riconoscere con te la libertà d’amare, di benedire la gioia. Non solo andare verso il Regno, Signore, ma vivere nel modo in cui, talvolta, nella mia vita ti senta a casa tua. (M. Muller-Colard)
XXXI Domenica del Tempo Ordinario, anno A Mt 23,1-12 Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Mandaci, o Dio, dei folli, quelli che si impegnano a fondo, che amano sinceramente, non a parole, e che veramente sanno sacrificarsi sino alla fine. Abbiamo bisogno di folli che accettino di perdersi per servire Cristo. Amanti di una vita semplice, alieni da ogni compromesso, decisi a non tradire, pronti a una abnegazione totale, capaci di accettare qualsiasi compito, liberi e sottomessi al tempo stesso, spontanei e tenaci, dolci e forti. (Madeleine Delbrel)
Memoria di tutti fedeli defunti Gv 6,37-40 Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato».
Affrettiamoci ad amare gli uomini vanno via così in fretta e si lasciano dietro scarpe e un telefono muto solo le cose dappoco si trascinano come una mucca le più importanti sono così veloci che d’un tratto accadono poi silenzio ordinario dunque del tutto insopportabile come una purezza nata semplicemente dalla disperazione quando pensiamo a qualcuno restandone senza Non essere certo di avere tempo ché la certezza incerta ci toglie la sensibilità così come ogni felicità viene contemporaneamente come il pathos e l’humour come due passioni sempre più deboli di una così in fretta se ne vanno come il tordo tacciono in luglio come un suono un po’ sgraziato o come un inchino secco per vedere davvero chiudono gli occhi sebbene sia un rischio più grande nascere che morire amiamo ancora troppo poco e sempre troppo tardi Affrettiamoci ad amare gli altri così presto se ne vanno e quelli che non se ne vanno non sempre torneranno e non si sa mai parlando di amore se il primo sia l’ultimo o l’ultimo il primo. (Jan Twardowski)
Tutti i Santi, anno A Mt 5,1-12 Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli…».
Siate soprattutto uomini. Fino in fondo. Anzi, fino in cima. Perché essere uomini fino in cima significa essere santi. Non fermatevi, perciò, a mezza costa: la santità non sopporta misure discrete. Siate esperti di cattolicità attiva: capaci, cioè, di accoglienze ecumeniche, provocatori di solidarietà planetarie, missionari “fino agli estremi confini” profeti di giustizia e di pace. E, più che tesserati, siate distributori di tessere di riconoscimento, per tutto ciò che è diverso da voi, disposti a pagare con la pelle il prezzo di quella comunione per la quale Gesù Cristo, vostro incredibile amore, ha dato la vita. (Tonino Bello)